“Scienza senza frontiere”

Ritratti in low key – portrait photography

a cura di Francesco Francia

 

 

A dicembre sono stato invitato a partecipare, presso il museo dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), alla cerimonia inaugurale del progetto “Scienza Senza Frontiere” in veste di fotografo ritrattista. Venti giovani migranti provenienti dai Centri di Accoglienza Straordinari Codirossoni, Casilina 1 e Casilina 2 il 21 dicembre scorso sono stati accolti dal Presidente dell’ISS Walter Ricciardi nel nuovo museo dell’Istituto dove sono stati guidati verso l’esplorazione di alcuni pezzi di storia della ricerca scientifica italiana ed europea. Per circa due mesi, a partire da metà gennaio, gli ospiti del Centro incontreranno oltre venti esperti che affronteranno con loro dieci temi di salute e sanità e discuteranno con loro di stili di vita salutari e prevenzione.

 

In questa occasione l’Istituto necessitava di ritrarre al meglio i venti ragazzi di diversa etnia per immortalare il loro arrivo e renderli, di fatto, parte integrante del progetto con delle stampe che verranno esposte per tutto il periodo della loro permanenza in ISS.

Il luogo in cui ho ritratto i ragazzi è la splendida cornice del nuovissimo museo dell’Istituto Superiore di Sanità, inaugurato il 21 aprile 2017 dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Questo posto dal carattere nettamente multimediale e futuristico, dalle pareti in muratura grigio antracite, insieme all’incarnato scuro dei ragazzi da ritrarre, indirizzavano chiaramente il mio lavoro verso degli scatti in low key. Questo genere di ritratto, infatti, ben si presta per quelle foto in cui si vuole dare carattere e spessore al soggetto, facendolo letteralmente emergere dallo sfondo, sottolineando solamente le caratteristiche del soggetto ripreso tramite il giusto dosaggio e modellamento della luce. Tutte queste considerazioni erano in armonia con lo scopo del progetto “Scienza Senza Frontiere” ovvero far emergere i dubbi di questi ragazzi dall’oscurità dell’ignoranza, intesa come mancanza di informazioni scientifico-culturali utili a dipanare quesiti legittimi, facendo luce tramite il sussidio della scienza.

 

La sfida in ogni ritratto è far emergere una qualsivoglia caratteristica del protagonista attraverso l’utilizzo della luce e in questa occasione, sia per praticità che per coerenza, ho utilizzato uno schema luce comune a tutti i venti ritratti. La difficoltà di far emergere da uno sfondo grigio antracite un soggetto con un incarnato scuro è stata superata tramite l’utilizzo del sistema zonale e di un sistema di illuminazione a 3 sorgenti. Lo schema luce adoperato per questi ritratti era costituito da una luce principale (keylight), una luce di schiarita e una rim light il tutto montato, in piena autonomia, in un angolo del museo. Grazie all’ausilio di ELB400 ho potuto velocemente allestire il set senza la necessità di corrente continua e senza ingombrare eccessivamente l’ambiente per il set.

Ho deciso di avere una mnima profondità di campo scegliendo un diaframma F4 e calibrando l’intero schema luce su questo parametro di partenza.

Ho costruito un sistema luce versatile gestendo di volta in volta la keylight per spaziare da uno schema a fessura, ad una luce piena.

Ho posto una keylight sulla sinistra, modellata con un ombrello riflettente concavo Elinchrom: ho scelto quest modellatore perché ha un grado intermedio di diffusione ed una superficie riflettente molto ampia ed avvolgente, tale da assicurare un giusto equilibrio fra  percezione di texture e volume, due degli elementi essenziali in comunicazione visiva.

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Lo sfondo è stato illuminato con una luce circolare spot ottenuta con una parabola munita di griglia da 15°, montata su un flash Elinchrom ELC 1000: questo per dare maggio risalto al volto del soggetto ripreso, costruendo una sorta di aura circolare luminosa dietro di esso.

 

Per separare ulteriormente i soggetti dallo sfondo, ritraendo incarnati dai toni scuri e capelli mori, e per  conferire più tridimensionalità al ritratto ho deciso di utilizzare una rim light, situata lato opposto della keylight.

Ho utilizzato un beauty dish elinchrom munito di griglia a nido d’ape cona la duplice finalità di avere un fascio luminoso ampio e contemporaneamente una luce dura. Questo mi ha permesso di ritrarre i ragazzi anche in piano americano, creando uno shape luminoso su tutta la figura inquadrata.

 

Ho utilizzato un pannello di schiarita per ottenere una leggerissima e diffusa fill-light, mantenendo però un elevato rapporto di illuminazione (rapporto 1:16, 4 stop).

 

Ho scelto questo sistema di illuminazione perché molto evocativo e carico di atmosfera introspettiva. Si usa molto per i ritratti in low key e per non dare immediata leggibilità del al fruitore dell’immagine. Lascia una porta aperta facendo immaginare parte del viso appena visibile in ombra. Conferisce tridimensionalità al ritratto se si usa una luce mediamente diffusa e anche in questo caso è ottimo per esaltare la texture dell’incarnato e degli abiti del soggetto ripreso.

Il link all’articolo sul Corriere della Sera

http://www.corriere.it/salute/17_dicembre_21/vaccinazioni-malattie-stili-vita-giovani-migranti-lezione-salute-ee37ad2a-e664-11e7-bbc7-dfccc1e48992.shtml